13/02/09

Our Journey Cap.3

Saaaaaalve a tutti! Eccomi di nuovo qui, e vi porto il terzo capitolo di Our Journey^^
Spero vi piaccia^^


*Our Journey*
*私達の旅行*
*Cap.3*

“Perchè…” tentò di chiedere Shue, timorosa. Shigeru la guardò scocciato, anche se era curioso “Perché…stai andando ad Aranciopoli?” Shue si fissava le scarpe. Ricordava ancora come gli aveva risposto il giorno prima, e ora si aspettava una bella sgridata.
“Devo…riflettere.” Rispose lui alzando la testa verso il cielo.
“Mh…”
“E tu?” chiese. Shue non credeva alle sue orecchie “E’ che il mio Eevee è curioso…” si giustificò lui.
“Io…devo andare a Quartisola per poter ritirare un uovo alla pensione Pokèmon che si trova lì.” rispose Shue.
“No, scusa, quindi tu sei venuta fino a qui da Hoenn per andare a prendere…un uovo?!” domandò Shigeru perplesso.
“Gia. Ma è un uovo speciale. Mio fratello mi ha chiesto di andarlo a ritirare per lui.”
“E lui non può andarlo a prendere?”
“E’ troppo impegnato.” Rispose Shue abbassando lo sguardo “E’ un ricercatore di fossili. E’ molto famoso a Hoenn. In questo momento si trova a Sinnoh, credo. E tu capisci che non può venire fin qui da lì per prendere un uovo.” sospirò.
“…e quindi…”
“Da quando sei diventato così loquace?” rise Shue.
“Ah, ehm…” Shigeru si portò una mano dietro la testa, imbarazzato.
“E dai, scherzavo!” sorrise lei “Bè, ora ti faccio io un po’ di domande. Vedo che hai voglia di chiacchierare.”
Shigeru si battè una mano sulla fronte.
“Da dove vieni esattamente? Da quale città?”
“Biancavilla.”
“Ah! La famosa Pallet Town!” disse Shue ammirata “Lì ci abita il Prof. Ookido! Sei veramente fortunato, Shigeru! Il Prof. Birch, di Albanova, me ne ha parlato moltissimo! Quell’uomo è un mito vivente!” gli occhi le luccicavano “Un uomo che studia i Pokèmon da quando era ragazzo e che scrive poesie! Che mito! E dicono che abbia un nipote davvero carino!”
Shigeru arrossì.
“Lo conosci, per caso?” chiese Shue speranzosa “Cioè, io non l’ho mai visto, ma dicono che sia talmente bello da avere un gruppo di ragazze che lo segue dappertutto. Che invidia!”
Okay, ora Shigeru era decisamente imbarazzato.
“Ehi, Shigeru, che ti prende?”
“Ehm…no, niente, niente. Comunque no, mi dispiace per te ma…non lo conosco. Non è molto socievole con gli altri…”
“Oh, uffa! Comunque, sono sicura di poter riuscire a conquistarlo!” esclamò Shue decisa.
‘Credo che non ce la farà mai…’ sospirò Shigeru guardando il suo Eevee.
“Dicono che sia un bravissimo allenatore di Pokèmon…di sicuro, appena ritirato l’uovo a Quartisola, andrò a sfidarlo!”
“Non hai alcuna speranza…” disse Shigeru beffardo.
“Ma cosa dici!? Non sono tanto male, sai? E poi, se vinco, gli chiederò un appuntamento! Ce la metterò tutta!” gli occhi di Shue si inAsumarono di determinazione.
“…ah…si…ehm…”
“Shigeru, ma che hai?” Shue piegò la testa di lato, perplessa.
“n…niente…ecco…”
Shue si limitò a fare spallucce “Bè, qualunque cosa tu abbia, vedi di fartela passare in fretta. Ora come ora ho una voglia matta di ritirare quell’uovo!”
“Ehm…ma no, perché…c’è…c’è ancora tempo…” biascicò Shigeru tentando (inutilmente) di convincerla.
‘Un appuntamento con lei? Gulp!’ Shigeru era diventato rosso dalla punta dei piedi a quella dei capelli ‘E che determinazione…’ si mise le mani dei capelli. Meglio non dirgli chi era, altrimenti erano guai.
Shue lo fissò con aria interrogativa “Certo che sei strano…” sospirò.

Un’ora…due ore…non avevano più parlato di niente da quel momento. E soprattutto, non erano ancora arrivati ad Aranciopoli.
“Baaal…” sbadigliò il piccolo Bulbasaur. Shue lo accarezzò dolcemente.
All’improvviso il piccolo Pokèmon spalancò gli occhi impaurito, mentre l’Eevee di Shigeru saltava dalle sue braccia e si dirigeva verso la fine del piccolo sentiero sterrato su cui stavano camminando.
“Eevee!” lo chiamò il moro, senza ottenere risposta. Shigeru lo rincorse, seguito da Shue, e lo trovarono in posizione difensiva, mentre ruggiva a qualcosa che i due ragazzi non riuscivano a vedere.
“Eevee…vieni qui…” lo rassicurò Shigeru prendendolo in braccio e facendolo calmare. Il Bulbasaur di Shue non smetteva di lamentarsi.
Shue gli diede un bacio sulla fronte “Tranquillo, su, Bulbasaur…” tentò di calmarlo, e dopo qualche minuto il Pokèmon tornò a farsi cullare dolcemente dalle sue braccia.
“Bè, almeno siamo arrivati ad Aranciopoli!” disse Shue entusiasta sfoderando un grandissimo sorriso.

Il Centro Pokèmon era pieno di gente che si lamentava.
“Non è giusto!”
“Sono arrivata fin qui da Zafferanopoli!”
“Quanto dovremo restare qui?”
“Ma che succede?” chiese Shue.
“E me lo chiedi a me?” rispose Shigeru con il suo solito tono.
Shue sbuffò.
Poco più in là, un uomo con un enorme mantello color oceano stava parlando con l’Infermiera Joy.
“Capisco. Riferirò, ti ringrazio.” poi si voltò, dirigendosi verso l’uscita, ma qualcuno lo bloccò.
“Rodolfo? Zio Rodolfo?” chiese Shue arrivandogli alle spalle “Zio, sei proprio tu! Che cosa ci fai qui?!”
“Mh?” l’uomo si girò, la sua faccia passò dallo sbalordito al felice “Shue?! Sei proprio tu! Oh piccola!” urlò contento l’uomo abbracciandola forte. Shue ricambiò l’abbraccio.
Shigeru era rimasto di sasso.
“Il capopalestra di Ceneride è TUO ZIO?” urlò.
“Oh?” Shue si girò verso di lui “Oh, no, certo che no! Lo chiamo zio perché lo conosco da quando sono piccola!” rise Shue.
Shigeru si avvicinò velocemente a Rodolfo stringendogli la mano “Piacere, Shigeru!” esclamò entusiasta.
“Piacere…” rispose perplesso Rodolfo ricambiandogli la stretta di mano. Poi guardò Shue allarmato.
“Tranquillo, mi ha aiutato a arrivare fino ad Aranciopoli.”
“Ah! Bene, è quel ragazzo. Asuna mi aveva accennato…”
“Scommetto che ti avrà detto delle cose impensabili…”
“Asuna?! QUELLA Asuna? Quindi quella ragazza dai capelli rossi che ti ha chiamato ieri…”
Shue annuì.
Shigeru non credeva alle sue orecchie.
“Comunque…mi sembra di averti gia visto da qualche parte…” disse Rodolfo “Ah! Si! Ecco dove ti ho visto! Eri al laboratorio del Prof. Ookido, quando sono andato al suo laboratorio…”
‘Prevedo guai…’ deglutì Shigeru.
“Ma certo! Tu sei Shigeru Ookido, il nipote del Prof. Ookido di Biancavilla!” esclamò compiaciuto di essersi ricordato di lui.
Il morale e la dignità di Shue si frantumarono.
“Shi…Shigeru O…Ookido?” balbettò additando il ragazzo, poi si toccò la fronte “Scusate, ma non mi sento molto bene…vado a prendere una boccata d’aria…” biascicò prima di scappare fuori dal Centro Pokèmon.
Shigeru guardò male Rodolfo, prima di precipitarsi all’inseguimento della ragazza.
L’uomo rimase inebetito per circa mezzo minuto, prima di dire “E ora che cosa ho fatto?”

“Mi sono solo umiliata per il resto dell’eternità, non è tanto male no?” tentava di arrampicarsi sugli specchi Shue cercando una qualche conferma da Bulbasaur.
Il povero Pokèmon non sapeva cosa risponderle.
Aveva detto davanti al nipote del Prof. Ookido che era carino, senza nemmeno saperlo.
“Ora mi riderà in faccia…sicuramente…” disse mettendosi le mani tra i capelli.
Stavano camminando in un parchetto non molto lontano dal Centro Pokèmon.
“Kyaaaa, ma come sono idiota!”
“Buulba…” tentava di consolarla il Pokèmon.
“Con che faccia mi ripresento ora al Centro Pokèmon?” disse “Magari…e se prendessi direttamente il traghetto? Ma si, certo!” esclamò battendosi un pungo sulla mano.
Cominciò a correre verso la piccola biglietteria che si trovava all’imbocco del ponte che portava alla nave.
“Salve! Vorrei un biglietto per…” cominciò felice di aver trovato una soluzione.
“Spiacente, ma la nave non parte.” rispose un uomo minuto e magro agitando una mano.
“Ma perché…”
“Mi lasci in pace, signorina. Se si vuole lamentare si unisca alla calca che si è formata al Centro Pokèmon.” rispose risoluto l’ometto.
La faccia di Shue passò dallo stupito all’incredulo. Sospirò affranta.
“Sono finita…” mormorò facendo dietrofront e dirigendosi a passo di lumaca verso il Centro Pokèmon.
L’ometto del bancone la fissò sbalordito.
E come se non bastasse, in quel momento sopraggiunse Shigeru, che era riuscito a trovarla, seguito a ruota da un trotterellante Rodolfo.
‘Ma che diavolo sto facendo? Ma cosa mi importa se…’
“Shue!” tentò di chiamarla, ma venne sorpassato da Rodolfo, che lo fece cadere a faccia in avanti. La ragazza sollevò lentamente lo sguardo “Si, zio?”
“Oh, piccola, sei bianchissima! Sei sicura di stare bene?” chiese preoccupato.
Shue si accorse di Shigeru che stava tentando di rialzarsi “Ora non più…” sospirò raddrizzandosi.
‘Potrei fingere di svenire…o magari potrei chiedere a Pidgeot di portarmi fino a Quartisola in volo…no, ci perderemmo di sicuro, con il senso dell’orientamento che ho.’
“Shue! Ma che ti è preso?” la chiamò ancora Shigeru, che si era alzato e che ora si dirigeva verso di lei.
“Shigeru!” sorrise alzando meccanicamente la mano “Tutto a…”
“Buuulba!” strillò il Pokèmon impaurito.
Shue si voltò per calmarlo, ma non lo trovò.
“Bulbasaur, dove sei?” lo chiamò.
“E’ con noi, ragazzina.” rispose una voce femminile.
“Annie, non ti mettere in mostra!” la rimproverò un’altra voce femminile.
“Tranquilla, Oakley.” La tranquillizzò Annie “Non possono vederci da qui.”
Lo sguardo di Shue si rabbuiò “Ridatemi Bulbasaur!” urlò alle due ragazze nascoste.
“Mpf, puoi scordartelo, carina…” le rispose acida una delle due.
Shue digrignò i denti “Bene, l’avete voluto voi! Tyranitar, Terremoto!” ordinò lanciando una Pokèball.
Il Pokèmon uscì ruggendo e la terra cominciò a tremare, cosicchè le due ragazze caddero per terra. Una aveva dei capelli biondi, legati in due enormi codini, l’altra aveva dei lunghi capelli color grigio legati in una coda di cavallo, e tutte e due portavano un’uniforme nera con una grande “R” rossa cucita sopra.
“Annie! Te l’ho detto di non metterti in mostra!”
“Umpf, non ci si diverte mai!” sbuffò lei.
“Ridatemi il mio Bulbasaur!” urlò Shue sotto gli occhi stupiti di Shigeru e Rodolfo.
“Ti piacerebbe!” urlò Annie.
“Esatto!” rispose Shue, mentre il suo Pidgeot si dirigeva velocemente a raccogliere Bulbasaur “E l’ho gia riavuto!” rispose con un sorrisino beffardo, prendendo al volo il piccolo Pokèmon che Pidgeot le aveva lanciato.
“Eccole! Sono loro!” esclamò un poliziotto correndo verso il gruppetto.
“Uhm…bè, noi ce ne andiamo.” Cominciò Oakley “Ma prima o poi il tuo Bulbasaur sarà nostro!” terminò aggrappandosi ad uno Skarmory insieme ad Annie, che le portò via.
“Chi erano?” mormorò Shue stringendo forte il suo Bulbasaur.

“L’avete trovata?” chiese una voce cupa maschile.
“Si, signore.” Risposero all’unisono Annie e Oakley.
“Bene…” sorrise “Ora dovete solamente seguirla fino all’isola, poi colpirete lì.”
“Sarà fatto, capo.” Bisbigliò Oakley, facendo un leggero inchino.
L’uomo sorrise di nuovo, compiaciuto, e quel sorriso celava una malvagità enorme.

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