02/01/09

Pokèmon's Mysteries-Cap.3

Salve a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo di P'sM!
Spero vi piaccia!

Pokèmon's Mysteries
Cap.3

“Cosa? Dawn è sparita? Ma come…come è possibile?” disse tutto d’un fiato e con il cuore che batteva a mille.
“Gary…” fece per dire il professore, ma una forte scossa cominciò a far tremare lo stadio.
“Cosa succede?” urlò Misty spaventata, ma nessuno la sentì.
Le mura dello stadio cedettero, le persone, confuse e impaurite, correvano verso l’uscita, mentre una delle tribune crollava sotto la potenza della scossa.
Istintivamente Alex andò da Greta per proteggerla dai massi che cadevano come pioggia.
“Attenta!” urlava scansandola.
Greta rivolse il suo sguardo verso lo stadio: Aldo e Lize, che stavano combattendo fino a poco tempo prima, ora rischiavano di finire schiacciati da un masso.
“Graveler, spaccaroccia!” urlò chiamando il suo Pokèmon che frantumò le enormi pietre.
“Scappate!” strillò, anche se non aveva ancora ben capito cosa stesse succedendo.
Si scambiò uno sguardo d’intesa con Alex.
“Vai Pidgeot!”
“Flygon!”
I due Pokèmon uscirono dalla Pokèball in meno di un secondo.
Flygon caricò Misty e Alex, mentre il Pidgeot di Greta prese lei e Gary, che si dimostrava diffidente.
“Perché dovrei venire?” tentava di urlarle, ma il fracasso dietro copriva la sua voce.
“Stupido, Sali!” urlava lei furibonda.
“Greta, corri!” urlavano Alex e Misty.
Greta prese la mano di Gary e lo caricò sul Pidgeot con la forza, poi si mise Vulpix in grembo e il Pokèmon si innalzò nel cielo.
Greta si rigirò giusto in tempo per osservare lo stadio cadere a pezzi.
Gary continuava a lamentarsi “Io ho i miei Pokèmon, non ho bisogno del tuo aiuto!”
“Stai zitto!” rispondeva lei “Alex, dirigiamoci dal Prof. Rowan. Poi rintracceremo l’amico di Ash e lo cercheremo.” Disse rivolgendosi al ragazzo.
“Ehi!” disse lui “chi ha detto che ti aiuterò?”
“Lo so…” rispose lei sorridendo.
Misty si stringeva forte ad Alex “Non mi farai cadere…vero?” ripeteva ogni due minuti.
“No, stai tranquilla…” le rispondeva lui ogni volta.
Attraversarono i cieli di Cuoripoli e Giubilopoli, per poi finalmente arrivare al villaggio di Sabbiafine, dove si trovava il laboratorio del Professore.
Ormai il sole stava calando, e dei riflessi violacei dipingevano il cielo.
Il piccolo villaggio era sotto di loro “Pidgeot, ora puoi scendere” disse dolcemente Greta carezzandogli il collo. Una volta scesa lo ringraziò “Ora riposati un po’” sorrise.
“E tu!” continuò guardando Gary dritto negli occhi “Potresti anche ringraziarmi!”
“Quante medaglie hai, Greta?” chiese ricambiando lo sguardo.
“Ora…cosa c’entra?”
“Dimmelo…”
Greta esitò “io ho…tutte le medaglie di Kanto, Jhoto, Hoenn e Sinnoh, perché?”
Gary non riusciva a contenere la meraviglia “E sei master di tutte?”
“Ma certo che no!” rise lei “Solo di Kanto ed Hoenn, ma ormai credo che altri abbiano quel titolo”.
“Wow!” disse lui entusiasta “Direi che sei al livello di Ash!”. Greta arrossì “Ma cosa dici…”
“Ah, certo! Comunque…” cominciò abbassando la testa “ti ringrazio…”
Greta sorrise “E’ così che si fa!” disse facendogli l’occhiolino. Poi si diresse verso il laboratorio, seguita dal ragazzo.
Alex e Misty li aspettavano lì insieme al Professore.
“Buonasera, Greta.” Sorrise lui quando entrò “Oh, vedo che c’è anche Gary! Spero che tu abbia trovato nuove specie di Pokèmon”.
“Mi sono occupato di salvare dei Burmy e dei Vibrava che si aggiravano presso il bosco, professore.”.
Tutti fissarono il ragazzo incuriositi, tranne Misty, che diede una breve spiegazione “E’ un ricercatore Pokèmon, aiuta questi e li studia, proprio come il Professore. Ne ha salvati moltissimi. Si può dire che è un Pokèmon Ranger senza Styler!” tutti risero.
Gary arrossì “Ecco…”
“Professor Rowan, scusi se la disturbiamo, ma vorremmo sapere quando sono effettivamente ‘scomparsi’ Ash e…Dawn. E se sa dirci dove si trova il ragazzo che viaggiava con loro.”.
Gary tornò in se.
“Brock? Non c’è nessun problema, lo posso contattare io. Essendo una capopalestra, ho il suo numero.” Disse Misty.
“Ah! Ecco dove ti ho visto!” disse Greta battendosi una mano sulla fronte “Eri quella ragazza che nuotava con i Pokèmon nella palestra di Celestopoli!” poi tornò pensierosa “Ma io ho combattuto contro una ragazza dai capelli blu…”
“Ah, è mia sorella…E tu sei…si! Quella ragazza che aveva due Pokèmon di tipo fuoco contro quelli di tipo acqua di mia sorella! Non puoi capire come ci è rimasta male quando l’hai battuta!”
Greta rise insieme a Misty, poi rivolse il suo sguardo al Professore.
“Sono spariti circa una settimana fa, Dawn mi aveva appena comunicato che si stava dirigendo con Ash alla Lega, mentre Brock sarebbe rimasto a Rupepoli.”.
“Perfetto!” esclamò Greta “Andiamo subito a Rupepoli!”
“Vuul!” esclamo il suo Pokèmon deciso.
“Hei, hei, vacci piano. Ormai è sera!” la rimproverò Alex.
“E’ vero, potete riposarvi al piano di sopra, se volete.”. disse il Prof. Rowan.
L’entusiasmo di Greta svanì seguito da un grosso sbadiglio “Ha ragione, Professore.”.
Greta e gli altri si congedarono, e si diressero al piano di sopra.
“Yawn!” esclamò Misty buttandosi su un piccolo letto “Che sonno…” bisbigliò chiudendo gli occhi.
“Sentite, io vado un po’ qui fuori a fare una passeggiata…” disse Greta.
‘E’ da tanto tempo che non vengo a trovare il professore e questa città…come mi mancava tutto questo…il profumo che c’è qui a Sinnoh non c’è da nessun altra parte…’ pensò ‘chissà se Alex ha la stessa impressione…’ rifletté concedendosi uno sguardo furtivo verso il diretto interessato. Poi senza aspettare il consenso degli altri scese, seguita dal suo Vulpix che trotterellava allegro.
Si diresse verso la spiaggia, quella spiaggia su cui era andata tantissime volte insieme alla madre e alla sorella minore. A giocare a palla, a schizzarsi con l’acqua gelida…quel posto le era tanto caro.
‘A pensarci bene…è da tanto che non vado a trovare la mamma…appena posso, andrò da lei per farle una sorpresa!’ rise tra sé e sé pensando alla faccia sorpresa della madre.
Si sedette sulla sabbia argentea per via della luce della luna.
Chiuse gli occhi, e ascoltò il flebile rumore del verso dei Pokèmon, che creava una strana e dolce melodia.
Il suo Vulpix poggiò la testa sulle sue gambe, e Greta cominciò ad accarezzarlo.
“Che pace…” rise mantenendo gli occhi chiusi.
“Vuuul…” disse il Pokèmon stancamente.
Poi Greta aprì gli occhi e si concentrò sul mare. Fu proprio a riva, con i piedi che venivano bagnati dalle onde, che sfidò Alex, perdendo. Ma non odiava quella spiaggia. Anzi, ogni volta scorgeva dei particolari che non aveva mai notato. E poi da quando era partita non era più riuscita a rilassarsi un po’ su quella sabbia dorata. E le mancava tutto così tanto…
“Ehi, dormi da seduta ora?” disse Alex sarcastico facendo sobbalzare Greta.
“Hei! Non sei simpatico, sai?” rispose lei.
“Oh, quante storie…” affermò lui sedendosi accanto a lei “Non dovresti odiarla, questa spiaggia?” chiese fissando le stelle.
“E perché mai?” chiese lei ingenua.
“Bè, qui è dove ti ho sconfitto, non ricordi?” chiese Alex rivolgendo il suo sguardo a Greta, che ora ammirava il cielo stellato.
“Come potrei odiare questa spiaggia?” rise “Mi è così cara…e poi mi sono presa una bella rivincita, dopo quella volta.” Disse guardandolo di soppiatto.
Alex non rispose, e tornò a guardare le stelle.
“Secondo te cosa ha scatenato quel terremoto, oggi, allo stadio?” chiese dopo un po’.
“Non ne ho la più pallida idea.” Rispose Greta “Ma qualcosa in tutta questa faccenda mi puzza.” Sentenziò infine. Poi si sdraiò sulla sabbia, portando le braccia dietro la testa e posando Vulpix sul suo petto.
Alex la fissò ironicamente “Hai intenzione di dormire qui, stanotte?” sorrise.
“Non sarebbe male…” rispose lei girandosi dall’altra parte.
Lui si limitò a fare spallucce.
“Perché ci tenevi tanto a farmi continuare il torneo?” se ne uscì ad un certo punto.
“Non lo so…” ammise lui.
“Come non lo sai?” ridacchiò Greta “E poi sarei io quella strana!”.
Alex fece per ribattere, ma Greta si alzò in piedi e gli tese la mano “E’ tardi, meglio andare a riposare, domani l’operazione ‘ritrovare Ash e Dawn’ avrà inizio!” sorrise orgogliosa portandosi un pugno davanti al viso.
Alex le afferrò la mano e si alzò, mettendosi le mani in tasca e dirigendosi verso il laboratorio.
“Ehi! Aspettami!” lo chiamò Greta correndo verso di lui.

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