25/01/09

Our Journey Cap.2

Saaaaaaaalve a tutti! Eccomi qui con il secondo capitolo di Our Journey!
Spero vi piaccia^^

*Our Journey*

*私達の旅行*

*Cap.2*


“Buuulbaaa…” si lamentava il piccolo Pokèmon.
“Su, Bulbasaur, vieni qui…” sorrise Shue prendendolo in braccio.
“Il tuo Pokèmon ha resistenza zero, eh?” disse Shigeru beffardo.
“Bè, sai, dopo aver volato fino a qui da Hoenn, e dopo aver fatto un bel po’ di strada a piedi, un po’ di stanchezza credo sia normale…” rispose a tono lei.
“Mpf.” si limitò a sbuffare lui.
“Ti conviene evitare di ignorarmi, se non vuoi che ti succeda qualcos’altro…” disse Shue.
Shigeru diventò rosso dalla vergogna.
“E’ stato un incidente…” rispose a denti stretti.
Shue rise. Aveva trovato il moto di metterlo in difficoltà. In fondo, anche Shigeru aveva dei sentimenti ‘deve solo prendere confidenza…’ si ripeteva Shue, che aveva capito che non doveva parlare troppo.
Shigeru si era rilassato un pochino, e, anche se non la sopportava, tentava di non essere troppo scortese con lei.
“Ehm…Come mai sei diretto ad Aranciopoli?” chiese lei.
“Non ti interessa.”
Appunto.
“Scusa!” esclamò lei un po’ arrabbiata. Shigeru si vantava troppo, per i suoi gusti. Ma, d’altronde, la stava accompagnando ad Aranciopoli, e lei non poteva contraddirlo più di tanto.
“La smetti di chiacchierare?! Sei fastidiosa!” le disse.
“…ottuso…” bisbigliò lei sviando il suo sguardo.
“Lo sai che sei proprio una palla al piede?”
“Ma se per non darti fastidio sto parlando pochissimo!”
“Il punto è che non mi devi parlare affatto! Mi distrai!”
“Ah, ti distraggo!” rispose lei mettendosi le mani sui fianchi.
‘Non la sopporto!’ Shigeru ormai si era convinto, non riusciva più a reggerla. Era l’unica (a parte Satoshi, ma era diverso) ad aver risposto a tono a ciò che diceva. Non riusciva a concentrarsi su i suoi pensieri.
Passò una mezz’oretta, e Shue non fiatava, adirata come non mai. Il moro si stava chiedendo se ci fosse ancora. Si girò a controllare.
Shue continuava a guardare alla sua sinistra, il suo Bulbasaur dormiva beatamente cullato dalla sue braccia. La manica destra della sua maglietta era bruciata, e si poteva notare benissimo l fasciatura.
‘Non le ho nemmeno chiesto se le fa male il braccio…’ si accorse di ciò che stava pensando ‘bè, poco male. E comunque, se l’avessi fatto, sarebbe stato solo per cortesia, nient’altro.’ tentò di autoconvincersi.
“Shigeru, guarda avanti…” disse lei sorpassandolo, mentre lui prendeva in pieno un albero.
“Urgh…”
“L’ho detto io che era ottuso…” le scappò un leggero risolino, mentre parlava con il suo Bulbasaur addormentato.
‘Ecco, ora si metterà a ridere. Cavolo, ma perché mi sono girato? Se se ne era andata era anche meglio!’ si alzò barcollante e, massaggiandosi la testa la raggiunse, non sentendo nessuna risata.
“Io lo sapevo che mi avresti portato solo guai.” grugnì.
“Ah, certo, ora è colpa mia.”
“Bè, si! Stavi così in silenzio che ho pensato che non ci fossi più, così mi sono girato al controllare e…”
Fregato.
“Ahahahahah!” cominciò a ridere, poi si tappò la bocca, guardando il suo Bulbasaur.
Shigeru era arrossito dalla vergogna, e fissava con aria stralunata Shue, che tentava di trattenere le risate.
“Non sei divertente!” disse.
“Ma tu si!” sorrise Shue.
Si sentì uno squillo.
“Oh…” Shue estrasse dallo zaino un Pokènav.
Shigeru intanto continuava a fissarla, rosso come un peperone. Inebetito lì davanti, con la rabbia che gli saliva ogni secondo di più.
Un ragazzo dai capelli sbarazzini color acqua comparve sul piccolo schermo.
“Urgh…ciao, Tooki! Eheheh…come va!? Benissimo! Mai stata me…”
“Ma cosa stai dicendo!” urlava il ragazzo.
“L’infermiera Joy ti ha detto tutto…” sospirò Shue sotto gli occhi di Shigeru.
“Non l’hai detto a…”
“No, ancora non lo sa. In tutta franchezza, sei una frana, Shue. Devi stare più attenta.”
“Ma ci sono Bulbasaur e gli altri con me, tranquillo.”
“Mh…mi hai fatto preoccupare, marmocchia.”
“E’ Shue?! Passamela, passamela, passamela!” supplicava intanto una voce di ragazza.
“Asu ti vuole parlare.”
Shue annuì.
“Shue! Come va? Spero bene. Comunque, volevo sapere…non ti sei persa vero?!” chiedeva la ragazza dai capelli rossi sullo schermo.
“Nono…”
“Mh, strano.”
Shigeru rise, beccandosi un’occhiataccia da Shue.
“E’ che ho trovato qualcuno disposto ad accompagnarmi e così…”
“Un bel ragazzo! Spero!”
“Mpf, ti piacerebbe…” rispose Shue affranta. Shigeru la guardò male.
“Mi stai nascondendo qualcosa, vero? E daiiii! E’ carino? Vi siete messi insieme? Lo farai conoscere a…”
“Ma che cosa stai dicendo!” urlò Shue, completamente rossa in viso.
“Ma dai…” insisteva Asu.
“Ci sentiamo…” disse lei spengendo il Pokènav e, guardando basso, si alzò.
“Allora?! Andiamo?” disse acida a Shigeru.
Lui ci mise un po’ per comprendere la domanda, e arrabbiato e imbarazzato annuì, passandole avanti.
Non proferirono parola fino a quando arrivarono in un Centro Pokèmon.
“Entro domani dovremmo arrivare ad Aranciopoli, se ci fermiamo qui.” Disse Shigeru davanti all’entrata.
“Mh.” annuì Shue entrando.
Lasciò i Pokèmon all’infermiera Joy e si sedette su un divanetto. Si stiracchiò.
Anche Shigeru si sedette. Il più lontano possibile da lei, naturalmente, e cominciò a giocherellare con il suo Eevee.
‘Uff, Asu come al solito parla troppo. Che figuraccia!’ pensò mettendosi le mani tra i capelli.
Cenò velocemente e si mise a dormire.

“Yawwwwn!” esclamò la mattina dopo, e assonnata andò a prendere i suoi Pokèmon.
Poi si accorse che Shigeru stava uscendo.
Il suo cervello si mise in moto in due secondi ‘Ah, è così! Mi vuole lasciare qui!’ pensò prendendo al volo le sue cose e correndo verso di lui.
“Shigeru aspettami!”
Ora immaginatevi la scena:
Shue che corre a perdifiato verso Shigeru, lui che si gira ancora mezzo addormentato e la vede arrivare ad una velocità impressionante. Poi lei, armata di tutta la sua goffaggine inciampa su un sasso, e esegue una perfetta scena a rallentatore alla “Momenti di Gloria”, cadendo e trascinandolo insieme lei per terra con una nonchalance impeccabile (degna di quella della sottoscritta XD) ritrovandosi con il suo viso a circa tre centimetri da quello del ragazzo.
Shigeru si svegliò del tutto.
“Shue…ma cosa?!”
“Mi volevi lasciare al Centro Pokèmon!”
“Ma che cosa stai dicendo?! Io…”
“Allora come me lo spieghi che stavi uscendo senza di me?”
“Oh…emm…veramente stavo andando al Market, e poi appena sveglio non ragiono più di tanto…”
“Inventatene un’altra! Ci hai provato, ma non ce l’hai fatta!”
“Ma che cosa…”
I due ragazzi arrossirono di botto, ricordandosi la situazione in cui si trovavano.
“Non è che ti potresti alzare?! Sai, non sei tanto leggera!” disse acido Shigeru per nascondere l’imbarazzo.
“Si, subito!” rispose lei arrabbiata per nasconderlo a sua volta.
Una volta alzati Shue riprese il discorso “Allora?!” chiese.
“Allora cosa?!” domandò lui.
“…”
“Non ti volevo lasciare al Centro Pokèmon, cavolo! Capirai, proprio ora che cominci a startene per i fatti tuoi!”
“Ah si?! E perché allora…”
“Te l’ho detto! Stavo andando al Market! Sarei tornato indietro!, E poi, per tua informazione, ho altro a cui pensare oltre al fatto di averti sempre tra i piedi!”
“Sei insopportabile!”
“Non puoi capire tu!”
“Uff, quindi ora mi vuoi dire che ti sei arrabbiato…con me?”
“Certamente!”
“Ah…bene, e quindi mi stai sgridando?”
“Sei peggio di una ragazzina.”
“Bè, almeno sono riuscita ad avere una conversazione con te per più di due minuti!!” disse Shue calmandosi.
“Cosa?!”
“Si, ho avuto la dimostrazione che non sei poi così asociale! Ti arrabbi anche tu, in fondo. Non fai sempre l’indifferente.”
Shigeru non capiva bene il discorso, quindi lasciò perdere.
“Certo che sei proprio strana…” le disse prima di incamminarsi.
“Ah, ehm…ragazzo!” lo chiamò l’infermiera Joy “Hai lasciato qui il tuo zaino!”
“Oh…ti ringrazio.” la ringraziò Shigeru prendendo lo zaino, poi, una volta che Joy se ne fu andata, si girò verso Shue “Te l’ho detto che non ragiono appena sveglio, no?”
‘Ma guarda un po’ se mi devo giustificare con lei!’ pensò.
“Oh, lo vedo!” rise lei.
“Ahhhh! Ti diverti proprio a prendermi in giro!”
“Almeno ti smuovi un po’! Tieni sempre il muso!” rispose Shue avviandosi.
Shigeru rimase sorpreso dalle parole della ragazza. Lei stava, anche se indirettamente, cercando ti tirarlo su di morale? Senza nemmeno sapere il perché del suo cattivo umore? Non riuscì a trattenere un lieve sorriso.
“Prima dobbiamo passare al Market! E poi non sai la strada, tonta! Aspettami!” urlò inseguendola e raggiungendola.

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